“I primi dati ufficiali sugli sfratti del 2009, resi noti in forma provvisoria dal Ministero dell’Interno, ci raccontano di un fenomeno in crescita anche in Puglia. L’elevata incidenza degli sfratti dovuti alla morosità confermano l’inadeguatezza dell'attuale politica governativa alla gravità dell’emergenza abitativa in un periodo di crisi economica.

Ostinarsi a non prevedere, nei provvedimenti di proroga degli sfratti, alcun provvedimento a tutela degli inquilini bisognosi, significa ignorare settori sempre più ampi della società, impoveriti dalla crisi economica e da dinamiche del costo degli affitti insostenibili. La Regione soprattutto con il Programma di Riqualificazione Urbana per alloggi a canone sostenibile e gli ultimi bandi per 37 milioni di euro rivolti a privati, cooperative e imprese ce la sta mettendo tutta per ampliare l’offerta di alloggi in affitto a canone calmierato.

Occorre, tuttavia, una politica nazionale mirata, che tuteli coloro i quali, destinando una quota cospicua del reddito all’affitto, sono più duramente sono colpiti dalla crisi economica. Tale politica dovrebbe essere incentrata, come più volte richiesto al Governo, su tre cardini: • Riforma della legge 431/98 secondo le linee indicate dal tavolo nazionale sulle politiche abitative, prevedendo sgravi fiscali per inquilini e proprietari volti a rendere il mercato delle locazioni trasparente e sopportabile dai redditi delle famiglie in affitto. • Incremento del fondo nazionale per i contributi all’affitto, ridottosi progressivamente negli ultimi anni e in Puglia alimentato ormai prevalentemente dalla Regione.

Aumento delle risorse destinate alla realizzazione di edilizia residenziale pubblica e sociale. Lo Stato piuttosto che continuare a invadere competenze regionali, come recentemente sancito dalla Corte Costituzionale con una sentenza proprio relativa al piano nazionale di edilizia abitativa, o a lanciare presunti piani casa, peraltro di fatto falliti in tutt'Italia, intervenga per quanto di propria competenza sulla garanzia dei livelli minimi essenziali e con mirati provvedimenti in materia fiscale”.