INTERVISTA RILASCIATA IN ESCLUSIVA
TAGLI AGLI SPRECHI E MERITOCRAZIA PER I PIÙ ATTIVI

È alla base di un cambiamento epocale nella storia della Pubblica Amministrazione italiana, nel bene o nel male è merito suo se molti dipendenti pubblici sono tornati sul loro posto di lavoro: il ministro Renato Brunetta.
Una lotta senza precedenti ai fannulloni ed ai burocrati, che rovinano e rallentano il sistema Paese e premi ed incentivi per quei lavoratori che con dedizione ed abnegazione riescono ad ottenere risultati strabilianti. Una “rivoluzione” che inizia a dare risultati concreti.

Appena entrato a Palazzo Vidoni, può dirci che Pubblica Amministrazione ha trovato?
Ho trovato un Ministero “sonnacchioso”, che si guardava l’ombelico, molto più attento a conservare buoni rapporti con i sindacati che non a garantire beni e servizi pubblici efficienti. La verità amara e ormai insopportabile agli italiani è che in tutti questi anni la cattiva politica e il cattivo sindacato hanno generato un mostro: una Pubblica Amministrazione senza un vero datore di lavoro, con dirigenti poco o nulla motivati e con dipendenti che lavoravano solo per orgoglio e senso del dovere. Fin dai primissimi giorni la mia azione di governo ha inteso spezzare questo sistema perverso. Da allora dedico il 95% del mio tempo per cercare di migliorare i beni e i servizi ai cittadini. Quello che avanza lo dedico alle normali relazioni sindacali. Prima di me i ministri della Funzione pubblica facevano esattamente l’opposto.

Ora dopo sette mesi qual è lo stato della più grande “azienda” italiana? Quali risultati ha prodotto la sua campagna contro i fannulloni?
E’ stato sufficiente introdurre per legge un piccolo disincentivo economico (la decurtazione giornaliera di 10-15 euro correlati all’indennità di presenza e alla produttività) per ridurre drasticamente il tasso di assenteismo per malattia negli uffici pubblici. Rispetto allo stesso mese dell’anno passato esse sono infatti diminuite del 37,1% a luglio, del 44,4% ad agosto, del 44,6% a settembre e del 43,1% a ottobre. Cifre che parlano da sole e che peraltro testimoniano la reattività della Pubblica Amministrazione italiana. Ovvio, nessuno si illude che la riduzione dell’assenteismo ai livelli fisiologici registrati nel settore privato sia la soluzione di tutti i problemi. Però non può non costituirne la fondamentale premessa.
II PARTE - Min. Brunetta

Non crede che negli Enti dove è presente del personale “fannullone” ci siano anche dei dirigenti che permettono l’esistenza di tali personaggi? Complicità o incapacità di amministrare?
Ho sempre sostenuto che il pesce puzza dalla testa, che cioè le maggiori responsabilità del basso livello di efficienza nella PA vadano addebitate innanzitutto al policy maker (che in passato ha usato il settore pubblico come ammortizzatore sociale per guadagnarsi un facile consenso) così come ai dirigenti. Fra pochi mesi cambierà tutto. Una volta approvato definitivamente il mio disegno di legge delega sulla riforma della Pubblica Amministrazione (che ha già ottenuto un consenso bipartisan alla Commissione Affari costituzionali al Senato) verrà creata un’Agenzia nazionale indipendente per la valutazione. Il suo compito sarà quello di affermare ovunque standard di qualità e soprattutto il loro puntuale rispetto.

Con quali strumenti, con che tipo di controlli da parte dei cittadini?
Saranno essenzialmente due. Il primo sarà ‘light’ e verrà sperimentato in un numero ristretto ma significativo di amministrazioni nei primi mesi del prossimo anno: consisterà nella possibilità di dare un immediato giudizio sul servizio ricevuto grazie una pulsantiera dotata di emoticon (le classiche tre faccine: sorridente, tranquilla e arrabbiata), sul modello di quanto già avviene in Cina all’entrata e uscita dagli aeroporti oppure su Ebay con i feedback rilasciati online al termine di una qualsiasi transazione. Il secondo sarà invece decisamente più ‘hard’: qualora riscontri una grave inefficienza nel servizio richiesto, il cittadino potrà adire senza costi a un giudice amministrativo, che in pochi giorni dovrà ripristinare la prestazione negata oppure - nei casi più gravi - procedere alla rimozione del responsabile dell’ufficio.

Per incrementare la produttività dei dipendenti pubblici, bisognerà necessariamente recuperare le tante deficienze strutturali e l’arretratezza tecnologica di molti enti, con quali fondi pensate di incentivare questo processo di ammodernamento?
III PARTE - Min. Brunetta

Sono un socialista di Forza Italia. Per cultura e profonda convinzione politica non voglio dimezzare il numero dei dipendenti pubblici ma al contrario raddoppiare i beni e servizi pubblici forniti ai cittadini. Voglio insomma più scuola, più sanità, più giustizia, più sicurezza e migliore burocrazia per quanti non si possono permettere di pagare di tasca propria i corrispettivi servizi nel mercato privato parallelo. Solo in questo modo la pubblica amministrazione potrà trasformarsi in potentissima leva per il rilancio economico del sistema Paese. Come motiveremo i dipendenti? Semplice. Tutte le risorse che recupereremo dai vari processi di razionalizzazione verranno destinate agli uffici e alle unità amministrative che si saranno resi protagonisti di processi innovativi e virtuosi, in grado di garantire minori tempi d’attesa e più efficienza nell’erogazione dei servizi ai cittadini. Saranno solo loro a prendere il dividendo dell’efficienza. Il tempo dei premi di produttività distribuiti a pioggia è finito, ve lo assicuro.

Settanta euro lordi in più di aumento contrattuale, non sono certo una cifra che permette di dormire sonni tranquilli a dei lavoratori che attualmente portano a casa solo 1100 euro al mese. Come pensa di accrescere il potere di acquisto di circa 3 milioni 650 mila persone?
Con questi chiari di luna, in un contesto internazionale di grande crisi economica, a me sembra un successo essere riusciti a chiudere in tempi rapidi la trattativa per il rinnovo del contratto dei lavoratori nel pubblico impiego. Potremo così distribuire a inizio anno i sei miliardi di euro che il Governo ha loro destinato nella manovra finanziaria, garantendo il potere d’acquisto dei 3 milioni 650mila dipendenti pubblici. Non mi sembra poco. Tenuto anche conto del fatto che, rispetto ai lavoratori nel settore privato, i pubblici dipendenti sono dei privilegiati: non rischiano il posto di lavoro e la cassa integrazione.
IV PARTE - Min. Brunetta

Uno dei punti più importanti del suo programma è quello di sviluppare il rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadini, potenziando anche la comunicazione per aumentare l’informazione e la trasparenza. Come pensa di realizzare in modo corretto ed omogeneo di tale provvedimento?
La Pubblica amministrazione deve diventare una casa di vetro. Ecco perché ho deciso che sul sito del mio Ministero per la prima volta venissero pubblicati i curricula e gli stipendi di tutti i dirigenti nonché il tasso di assenteismo degli uffici alle loro dipendenze. E ovviamente lo stesso è stato fatto anche per quanto riguarda il sottoscritto e i componenti del mio staff. Ben presto tutte le altre amministrazioni dovranno per legge fare lo stesso. Ma c’è di più. Applicando per la prima volta una legge voluta dal mio predecessore Nicolais, ho fatto pubblicare online tutte le consulenze esterne alla PA, così facendo conoscere i nomi delle centinaia di migliaia di professionisti ai quali ogni anno ricorrono ministeri, sindaci, presidenti di province e regioni. E tutto questo a fronte di 3 milioni e 650 mila dipendenti pubblici! Questa mia iniziativa ha avuto a livello locale un’eco tale che sono convinto che adesso ci penseranno due volte prima di affidare un qualsiasi altro incarico di consulenza. Sarà anche più difficile, visto che tra l’altro ho deciso di dimezzare i fondi per questo tipo di iniziative… Ma affermare il criterio della trasparenza significa anche garantire al cittadino o a un’impresa la conoscenza dell’iter di una pratica così come dei tempi di pagamento. Significa eliminare alla radice quei favoritismi, quelle zone d’ombra che in precedenza hanno favori gravi episodi di corruzione.